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Io sono i Marò, tu sei i Marò


Allora, oggi vi racconto questa storia, perché mi sento quasi in dovere di farlo. Perché se ne parla come quarta quinta notizia del tg e perché secondo me dovrebbe essere la prima. Prima ancora dei giochi di ruolo dei partiti di governo e dei grillini, prima ancora del Papa Francesco che provoca stupore per il suo ritorno all’umiltà, prima ancora del mucchio di idiozie e immondizie con cui ci sedano. Perché questa, che voi vi sentiate italiani o no, che voi abbiate fiducia nelle forze armate o no, è la nostra storia. La storia di un’Italia che per l’ennesima volta mi fa vergognare di essere italiana.

La nostra storia inizia il 15 febbraio del 2012, quando due soldati della Marina Militare, Battaglione San Marco, due fucilieri, sparano 24 colpi di fucile contro un peschereccio indiano. Due di questi 24 colpi feriscono a morte due membri dell’equipaggio, di cui l’identità non è ancora accertata al cento per cento, in fondo è passato poco più di un anno, voglio dire.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due Marò, dichiarano di aver aperto il fuoco per proteggere la petroliera, su cui erano imbarcati, e che il peschereccio contro cui hanno sparato aveva provato ad abbordarli. Cosa fondamentale, da non dimenticare in questa storia, è che il peschereccio indiano si trovava in acque internazionali al momento della sparatoria e per questo, secondo le leggi internazionali, i due Marò avrebbero dovuto essere processati e giudicati dal Paese della bandiera di appartenenza dell’imbarcazione, che è quella italiana. La polizia indiana ferma i due soldati e li conduce, con tutta la petroliera, al porto di Kochi, dove i due Marò vengono trattenuti e incarcerati, prima del processo. Pena preventiva, che viene applicata di norma in India, e alla faccia della diplomazia.

Mi domando: quando avevate intenzione di informarci? No dico, le prime notizie in Italia arrivano solo due giorni dopo e grazie, come sempre, al web. In tv se ne parla di volata, perché in realtà non ci riguarda davvero, l’India è lontana, no?! E poi voglio dire, chi ci crede nella Marina Italiana?!

Passano così mesi e mesi...passa un anno. Ma porca miseria, tutto è più importante di Massimiliano e Salvatore, che ci possono fare i giornali, le televisioni, i politici...

Poi ci si rende conto che le cose sono più gravi del previsto, che il tribunale indiano non solo non riconosce che i fatti sono avvenuti effettivamente in acque internazionali, ma evita che testimonino al processo alcuni membri dell’equipaggio di un nave greca, presente nello stesso luogo poco prima dei fatti; il giudice di suddetto processo, tale Gopinathan, afferma che i pescatori indiani stavano addirittura dormendo, durante l’attacco e che si è trattato, niente popò di meno, che di un attacco terroristico. Usa queste parole, dicendo che i nostri militari hanno sparato contro uomini disarmati, senza alcun preliminare avvertimento di deporre le armi, ma non stavano dormendo?! Inoltre, un’insolita e bizzarra autopsia sulle vittime decreta che il proiettile usato è un 13mm, ma le armi in dotazione ai marinai italiani non prevedono quel calibro, che invece appartiene ai fucili di fabbricazione sovietica, ma vabbè dettagli, stiamo giocando solo con la vita di due ragazzi che si divertono a fa’ la guerra.

L’avvocato dei nostri Marò può opporsi quanto vuole, il Governo Indiano non sente ragione e appoggia la polizia e i giudici. Così dopo 104 giorni di carcere e la libertà su cauzione, senza possiblità di andare via dall'India, per il Natale 2012 tornano a casa. L'Italia, però, sborsa all'India una cifra paria a 290 mila euro per la vacanza di Natale, per la serie cornuti e mazziati.

Così, forse per un’illuminazione divina, ma io dico solo per una manovra politica, il governo italiano dopo un anno di letargo si risveglia. Monti decide che si deve fare qualcosa: si intensificano le trattative per la liberazione e si punta su quelle 30 miglia fuori costa indiana. I due Marò devono tornare in Italia ed essere indagati e processati qui in patria, questo è quello che si dicono tutti, ma deve passare un anno per capirlo dico io. Ai microfoni non ce n’è uno che dica il contrario, ma le elezioni sono vicine, quindi ci sta che si difenda “chi ci difende”, sai quanti voti acquisti così.

L’Unione Europea fa la parte di Ponzio Pilato, dicendo “sì, ragazzi vi appoggiamo, ma cavatevela da soli, che già ne abbiamo di problemi noi..”

Così, viene a qualcuno la genialata di far tornare i Marò anche per le elezioni, voglio dire, chi non si farebbe mille miglia per votare Bersani o Berlusconi? Però l’India ci casca, ed è perfetto!

In quel momento, in cui ho sentito che rincasavano, ho detto: “Grande, questa volta ci siamo riusciti. Ora a costo di muovere guerra agli Indiani col cazzo che glieli ridiamo!”

E così è sembrato a tutti, compresi gli indiani che hanno capito finalmente la presa per il culo.

Bene, come al solito la nostra cara Italia mi fa ricredere.

Oggi arriva la notizia: i Marò ritornano in India, dove subiranno il resto del processo.

I due militari, inoltre, vengono indagati dalla procura militare italiana con l’ipotesi di violata consegna, dato che si intende accertare se siano state rispettate le regole d'ingaggio e le disposizioni che regolano il servizio di protezione a bordo dei mercantili e con l’accusa di dispersione di oggetti di armamento militare, quest’accusa fa riferimento alla dispersione, ipotizzata dagli indiani, dei proiettili sparati dai due fucilieri. La procura, inoltre, si riserva il diritto di inviare tutto in India; anche se in Italia si continuerà l’indagine aspettando, a mio avviso invano, la corrispettiva documentazione indiana.

Ecco, questa è la storia di oggi, ho voluto che la conosceste nei dettagli, perché spesso sono fondamentali e quasi mai vengono resi chiari dall’informazione pubblica. E' una storia vecchia, ma credetemi molti non sapevano neanche che andasse avanti da un anno.

No, non finisce bene, vi aspettavate il contrario, vero? Anch’io!

Stanotte i due Marò voleranno verso l’India: ma tranquilli cari italiani “niente pena di morte!”. Questa dovrebbe essere la consolazione con cui i due militari dovrebbero affrontare i giorni a seguire, consolazione che pare quasi quella che dava il boia alle sue vittime, poco prima di decapitargli la testa, “Tranquillo, neanche te ne accorgerai!”

Io sono italiana, io sono una di quelle persone che giudica per i fatti, che da’ o cerca di dare sempre il giusto peso agli atti, che vede il marcio anche dove non c’è e la buona fede dove non si vede altro che abominio. Io sono convinta che alle volte chi è con la divisa sbagli, perché ha paura, è inesperto o è esaltato.

Ma questa volta no!

Questa volta io sono con i Marò, anzi questa volta io sono i Marò, sono Massimiliano e sono Salvatore.

Questa volta io sto volando verso l’India, questa volta mi è stato detto che non avrò la pena di morte, ma che possibilmente marcirò in una schifosa galera indiana. Stasera mi ha chiamato Napolitano e mi ha detto che è orgoglioso della mia fermezza e del mio onore nel portare la divisa, ma chi glielo dice a Napolitano che mi strapperei la bandiera che ho cucita addosso. Stanotte mi ha chiamato mia madre in lacrime e mi ha detto che vorrebbe nascondermi di nuovo dentro se stessa, per impedirmi di andare via. Stanotte ho letto i milioni di messaggi su fb e twitter, di colleghi e no, che mi davano appoggio, persone che servono la bandiera italiana ogni giorno e che questa notte, come me, si vergognano di farlo.

Questa notte io sono i Marò, tu sei i Marò!

E non c’è posizione politica che tenga, non c’è credo, non c’è esperienza, non c’è giustizia, perché sono italiana e da italiana mi sento tradita.

Perché potrai sentirti lontano da tante cose, potrai dire che non te ne frega niente, e che sei addirittura filo-anarchico, ma stanotte tu stai volando con Massimiliano e Salvatore verso l’India, e non puoi opporti, sei lì.


Quando mi spiegarono cosa voleva dire Patria, mi insegnarono l’Inno di Mameli e mi dissero perché la nostra bandiera ha tre colori e cosa significano, mi immaginai che per arrivare a morire per queste cose dovessero essere davvero importanti, forse le più importanti.

Oggi, abbiamo buttato al vento quell’Idea di Italia che abbiamo cercato di ottenere dalla creazione dello Stato ad ora. Perché se sei disposto a lasciar andare anche i figli che lottano e muoiono per te, Mamma Italia, sei capace di qualsiasi atto ignobile e sconsiderato.

Questa notte io sono arrabbiata e non perché penso che i due Marò avranno la peggio, non lo credo possibile, ma solo perché, nel silenzio di una televisione che continua a parlare di politica sterile e a sfornare talenti canori, nessuno si è accorto che ancora una volta l’Italia ha fallito.

Perché l’Italia non è il calcio, non è la partita col Brasile. Non è la pizza e le belle donne!

L’Italia sono Massimiliano e Salvatore!

Un signore, di nome Massimo d’Azeglio disse all’indomani dell’unificazione: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”, oggi ho capito che ancora non tutti sono italiani, ma quello che mi fa ancora più male è che Massimiliano e Salvatore lo sono, loro sono italiani.


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